Skip to content Skip to footer

“La stagione dei Villini”

Lo sviluppo urbanistico di Castel del Piano
nel primo dopoguerra

Lo studio degli anni che hanno cambiato l’urbanistica di Castel del Piano, portandola al pari di quella delle grandi città europee.

L’8 dicembre 2021 abbiamo chiuso l’anno sociale con un convegno a Palazzo Nerucci dal titolo la “La Stagione dei Villini a Castel del Piano”. In quella occasione, sollecitati dall’interesse e dall’apprezzamento che l’evento ha suscitato nei partecipanti, abbiamo deciso di pubblicare i lavori che i nostri relatori hanno presentato, e di dare vita, con questa prima pubblicazione, ad una collana di testi che chiamiamo “I Quaderni dell’Associazione Ildebrando Imberciadori”, attraverso i quali conserveremo i contenuti di nostri incontri e dei nostri studi. Un altro mattone a sostegno del processo di recupero e condivisione della memoria di questo territorio che stiamo ricostruendo da tempo, qui a Palazzo Nerucci, in coerenza con lo spirito e le funzioni che questo luogo ha nella nostra comunità. Palazzo Nerucci è, come spesso ripeto, il luogo dove conserviamo pezzi importanti del nostro passato. Qui tutto parla di Castel del Piano e della sua storia, dalla fondazione di questo edificio voluta da Domenico Nerucci nel tardo 500, sulle mura del paese medievale che si apre verso il nuovo, nelle collezioni di dipinti ed archivi, di documenti e foto, reperti archeologici ospitati, tutti oggetto di donazioni o di acquisti fatti grazie ad una raccolta di fondi fra la gente e gli amici del paese.

Il tema della memoria e della appartenenza è, dunque, il pensiero che ha promosso quest’ incontro. La provocazione è nata dalle domande di tanti che, passeggiando per il paese, si sono ritrovati in un insieme di viali, piazze, case e giardini, del tutto diverso da ogni altro paese della montagna. La loro curiosità ha trovato una risposta nel racconto di vicende storiche, di sviluppo economico e cambiamenti sociali, che noi abbiamo riproposto in questa occasione.

A queste notizie abbiamo voluto accompagnare la voce di chi ancora ricorda i volti, le abitudini delle persone che per primi hanno abitato i villini durante tutto l’anno o solo per il riposo estivo, stimolando dunque il contributo di tutti gli amici di Palazzo Nerucci, per far crescere la conoscenza condivisa.

Io stessa sono ancora piena di immagini dei volti degli abitanti di una volta dei villini. D’estate, ad un certo punto del pomeriggio, il prof. Paradisi, il prof. Imberciadori, lasciavano il loro studio ed andavano dal prof. Vannini. E seduti sotto il piccolo portico di casa Vannini continuavano a parlare dei loro “interessi”. Spesso si accompagnavano a loro allievi ed amici più giovani che ascoltavano e imparavano.

Ad un certo momento iniziava il rito dei due passi, su e giù per la via Romana, come si diceva allora, oggi viale Vittorio Veneto, fino all’ora di cena. Così, giorno dietro giorno, si rinforzavano amicizie, collaborazioni, nascevano nuovi studi.

Ma non solo loro, tante sono le immagini che restano di persone che escono da porte e cancelli, tanto tempo fa. Sono i primi abitanti dei villini. I nomi si ripetono e si rincorrono, sono prof. e sor, dei prof. ho detto e dei sor ricordo Ambrogio, Aleandro, Domenico, Agostino, Enrico… I volti di donne abitanti di quelle case, sono per me invece spesso solo immagini dietro ai vetri, la signora Agnese, la signora Silvia, salvo alcune eccezioni come la Signora Crida, donna imprenditrice, comproprietaria della cave di farina fossile, la signorina Maria Giannelli, l’anima delle opere sociali del paese, insieme alla signora Fioranna Rotellini, crocerossina molto attiva durante la guerra, delle cui ottime doti di pittrice se ne conserva un esempio nella chiesa della Propositura.

Ma la curiosità per queste costruzioni e per questa struttura urbanistica non è solo di chi viene in visita. Le foto del villini e viali che ad un certo momento sono state messe in rete ed i commenti e domande che le hanno accompagnate mi hanno fatto rendere conto che anche noi, abitanti di Castel del Piano, avevamo voglia di sapere di più sul paese nel quale viviamo e di quali vicende noi siamo il risultato.

Ecco, l’incontro dell’8 Dicembre a Palazzo Nerucci ha inteso cominciare a dare delle risposte. Gli interessi, gli studi, le conoscenze di Luciano Piazza e Enzo Fazzi, personaggi “cioli” doc, con le loro relazioni ci aiuteranno a ricostruire anche la nostra memoria, Francesco Marchini ci dice qualcosa di più sulle caratteristiche tecniche di queste strutture.

Vorremmo però che queste nostre iniziative dessero anche spazio a chi ha da condividere altro sui temi che andremo trattando, dalle parole ai documenti. In questa nostra ricerca di recupero della memoria collettiva, cerchiamo la complicità di tutti, consapevoli della sua importanza per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti. Ed è con questo spirito di ricerca di collaborazione che diamo inizio alla collezione dei Quaderni dell’Associazione.

Associazione Ildebrando Imberciadori

Associazione Ildebrando Imberciadori © 2024. Tutti i diritti riservati.

WEB-DESIGN MORE DIGITAL LAB